venerdì 24 aprile 2020

Libri invisibili: Il senso di Smilla per la neve


Titolo: Il senso di Smilla per la neve
Titolo originale: Frøken Smillas fornemmelse for sne
Autore: Peter Høeg
Casa Editrice: Arnaldo Mondadori Editore
Prima pubblicazione: settembre 1994
Pagine: 446
Prezzo: //
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
Trama: Per la polizia non ci sono dubbi: è stato un incidente. Il piccolo Esajas correva sul tetto innevato quando è caduto, precipitando nel vuoto. Ma Smilla non è convinta: lei viene dalla Groenlandia, la neve la conosce bene, e ora quelle impronte le dicono chiaramente che non si è trattato di un incidente... Mentre Copenaghen si prepara a celebrare il Natale, Smilla inizia a indagare, trovandosi pericolosamente a confronto con una serie di inquietanti personaggi, coinvolta in un'indagine destinata a portarla lontano, in viaggio su una nave la cui meta misteriosa è un punto deserto della calotta polare. Perché là, fra quei ghiacci che conosce, teme e rispetta, è nascosta la verità che Smilla cerca. La verità che forse, inconsciamente, ha sempre saputo...

C’è un freddo straordinario, 18 gradi Celsius sotto zero, nevica, e nella lingua che non è più mia la neve è qanik, grossi cristalli quasi senza peso che cadono in grande quantità e coprono la terra con uno strato di bianco gelo polverizzato.

Buon pomeriggio miei cari lettori e bentornati sul blog!!

Oggi sono qui per il secondo appuntamento con la rubrica Libri Invisibili.

Dopo una lunga riflessione ho deciso che il romanzo di cui parleremo è Il senso di Smilla per la neve di Peter Høeg.

Da questo romanzo, nel 1997, ne è stato tratto un film, con protagonista Julia Ormond (e adesso che ho letto il libro, posso concedermi di vederlo).

Per questa lettura devo ringraziare la mamma di una bambina che aiuto nei compiti, la quale mi ha prestato questo libro, dandomi così l'occasione di viaggiare con la mente versi i luoghi nordici!

La storia è ambientata nella bellissima e fredda Copenaghen, e si suddivide in tre grandi parti: la città, il mare e il ghiaccio...tutte e tre seguono le vicende di Smilla e la sua indagine personale.

La protagonista indiscussa è Smilla, una giovane donna per metà eschimese (sua madre era della tribù Inut) e per metà danese; la quale passa le sue giornate in solitudine, dovuta alle sue origini e al suo carattere schivo e introverso.

L'unica compagnia che si concede, ogni tanto, è quella di Esajas, bambino Inut, che vive nella sua stessa palazzina, e che vede in Smilla una figura quasi materna (visto che il padre è morto e la madre è un'alcolista).

Se inizialmente Smilla non è molto propensa alla presenza, nella sua vita, del piccolo Esajas, con il tempo instaura un legame profondo e importante.

Ma questo sentimento felice viene bruscamente interrotto dalla notizia della morte improvvisa del piccolo caduto, secondo la polizia, accidentalmente dal tetto mentre giocava.

A questa storia Smilla, la quale è specializzata in glaciologia, non ci crede; infatti dalle impronte troppo profonde nella neve, si capisce che Esajas stava correndo sul tetto per scappare da qualcuno, e non si è trattato di un incidente.

Ma fuggire da chi? Da che cosa?

Ad insospettirla, ulteriormente, vi è un piccolo particolare, lei sapeva che Esajas soffriva di vertigini, quindi non sarebbe mai salito sul tetto con il solo scopo di giocare.

Nonostante la polizia sia decisa ad archiviare il caso, come incidente, Smilla non si dà pace, decidendo così d'indagare lei stessa sulla morte del piccolo Esajas.

Inizia così il suo viaggio alla ricerca della verità, scavando nel turbolento passato del bambino, riportando a galla indizi e segreti sepolti da tempo.

Tutto questo porterà Smilla alla scoperta di una verità agghiacciante e allo stesso tempo inquietante.

In questa indagine, Smilla viene affiancata da un meccanico, vicino di casa e amico del piccolo Esajas, il quale vuole anch'egli scoprire la verità sulla morte del bambino.

Si tratta di un libro unico, straordinario, che spinge il lettore a riflettere su temi importanti...come la mentalità occidentale verso le minoranze, e in questo caso sulla tribù Inut (di cui fanno parte sia Smilla sia Esajas).

Questo romanzo è stata una vera rivelazione, lo consiglio solo a chi vuole immergersi in una lettura impegnativa, ma ricchissima allo stesso tempo.

Il brutto della morte non è che cambia il futuro.È che ci lascia soli con i nostri ricordi.

Siamo arrivati alla fine...spero di avervi incuriosito con questa piccola chicca!

Vi aspetto alla prossima recensione!

Rachele✩


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