martedì 9 novembre 2021

 Libri invisibili: La lettrice di Cechov


Titolo: La lettrice di Cechov
Autore: Giulia Corsalini
Casa Editrice: Nottetempo
Prima pubblicazione: settembre 2018
Pagine: 197
Prezzo: ebook 7,99€/ cartaceo 13,30€
Link d'acquisto: Clicca Qui
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
Trama: Nina ha quarant'anni e una figlia, è ucraina, ha studiato ma non ha soldi per mantenere la famiglia. Deve abbandonare il suo paese e il marito malato. Cosa può fare in Italia se non i lavori domestici? Ma Nina è anche una lettrice appassionata, e nel tempo libero frequenta la biblioteca dell'università della cittadina in cui si è trasferita. Una piccola svolta del destino, ed eccole aprirsi una possibilità insperata: collaborare col carismatico professore che dirige l'Istituto di Slavistica. Ma quale futuro le si offre? Ripartire, rimanere, recuperare un rapporto con la figlia, chiarire la sua relazione col professor Giulio De Felice, pensare prima agli altri o a sé? Alternative importanti in un'esistenza minima come quella di noi tutti, scelte che possono costare tutto quello che ha da dare: felicità, senso di sé, l'amore degli altri, l'amore per se stessa. Con passo discretamente cechoviano, Corsalini mette in scena una storia esemplare, un teatro privato fatto di passioni silenziose, di coraggio senza testimoni, dello stoicismo e della dignità senza pretese degli uomini e soprattutto delle donne che ogni giorno mandano avanti il mondo.


Avevo portato dall'Ucraina alcuni libri, la Bibbia, La figlia del capitano, Anna Karenina, Le notti bianche nella piccola edizione ottocentesca che a casa tenevo sopra il pianoforte, i due cari volumi sgualciti dei racconti di Cechov. Rileggevo soprattutto questi ultimi: Sul carro, La mia vita, Tre anni, Mia moglie, Racconto di un uomo in incognito, Storia noiosa...Quei racconti ricostruivano attorno ai miei sentimenti disordinati, pieni di sofferenza e incapaci di capire, il senso di un destino comune, con termini asciutti e pregnanti, senza una parola di troppo.


Buongiorno miei cari lettori e bentornati sul blog!

Dopo una lunga assenza, sia sulla pagina Instagram sia qui sul blog, sono tornata (e questa volta spero con una cadenza più regolare) a parlarvi di quello che più mi piace: i libri.
E proprio per questo ho deciso di festeggiare il mio ritorno con un nuovo appuntamento della rubrica Libri invisibili, e il romano di cui discuteremo oggi è La lettrice di Cechov di Giulia Corsalini.

Prima di addentrarci nel vivo del romanzo mi sembra doveroso ringraziare due persone in particolare: la prima è Chiara Martini (Canale YouTube) la quale in uno dei suoi video consigliava la lettura di questo romanzo; la seconda è la mia coinquilina Matilde che sentendomene parlare mi ha prestato la sua copia...e quindi è grazie a loro che ho potuto leggere un romanzo di tale bellezza e spessore.

Protagonista e voce narrante della vicenda è Nina, donna ucraina di quarant'anni, che ritrovatasi sul lastrico, per permettere alla figlia Kàtja di studiare medicina, decide a malincuore di abbandonare la vita che si era costruita a Kiev, lasciando al loro destino la figlia appena diciottenne e il marito costretto a letto da una malattia degenerativa. 
Così con una piccola valigia e alcuni libri, tra cui i volumi dei racconti di Cechov, parte per il paese di Macerata, dove diviene la badante di Mariangela.

Sola, in un luogo che non conosce, Nina occupa il tempo libero leggendo il suo amato Cechov e studiando nella biblioteca dell'Istituto di Slavistica dell'Università di Macerata, ed è proprio in una di queste occasioni che attira l'attenzioni di Giulio De Felice docente di Lingua e Letteratura Russa, il quale affascinato dalla passione e dall'amore di Nina per la letteratura e per l'autore quale Cechov, le offre la cattedra vacante di Letteratura Russa per gli studenti del secondo anno.

Davanti a tale offerta Nina si trova in difficoltà: da una parte vorrebbe accettare perché finalmente la vita le ha dato l'opportunità che in cuor suo sognava, ma dall'altra si sente crudele nei confronti di Kàtja (la quale nutre per la madre una sorta di disprezzo, credendo che abbia abbandonato lei e il padre per una vita migliore) e nei confronti del marito, il quale ormai è sul punto di morte.

Sarà la prima a prevalere nel cuore di Nina, portandola a restare per un altro anno lontana da casa, destreggiandosi tra il lavoro all'università e quello di donna delle pulizie nel retrobottega di un piccolo negozio; ma sempre con il desiderio di dare alla figlia un futuro migliore e diverso dal suo.

Ma d'altro canto le ragioni e gli sforzi di Nina non vengono percepiti e capiti da Kàtja, la quale, dopo la morte del padre, si allontana ulteriormente dalla madre, incolpandola delle decisioni prese da quest'ultima e senza volerne capire le reali motivazioni.

Ritornata a Kiev, terminato il suo mandato, Nina riacquista la vita di prima, cercando di recuperare il rapporto con la figlia, anche se con pochi successi, visto che nell'animo di Kàtja risiede ancora quel risentimento nei confronti della madre, che verrà placato solo con delle risposte, alle quali nemmeno Nina ne ha.
E solo dopo otto anni avrà il coraggio di tornare in Italia, grazie all'invito del professore De Felice ad un convegno di Letteratura Russa, e rivivere anche per poco quell'opportunità che tanti anni prima l'aveva resa felice.

Di questo romanzo non si può che amare ogni singola parola, emozione e cosa: la passione viscerale di Nina per la letteratura e Cechov, le difficili decisioni di quest'ultima in quanto donna e madre, i suoi conflitti interiori, il duro rapporto con la figlia (molto simile a quello del professore De Felice con il figlio), la voglia di riscatto attanagliata dalla paura di tale decisione, e il rapporto tra Nina e il professore: un rapporto bellissimo e intimo ma che rimarrà quieto e non avrà mai la miccia per divampare.

Non trovo le parole per descrive la scrittura e la narrativa di Giulia Corsalini, posso solamente dire che ci troviamo davanti ad una scrittura intima, emozionante, dirompente...che porta il lettore ad immedesimarsi in Nina e a provare le sue stesse emozioni.

Si tratta di un romanzo che una volta iniziato ti rapisce con ogni senso e non ti permette di posarlo fino al momento in cui la protagonista termina di parlare.

Anche se risulterà superfluo vi consiglio caldamente questo libro, è una di quelle letture che prima o poi va affrontata e che ti lascia un dolce tepore nel cuore.


Sono stata un'appassionata lettrice di Cechov: tutto questo è come se lo avessi sempre presagito.


Siamo arrivati alla fine...correte ad innamorarvi di Nina e della sua storia.

Vi aspetto alla prossima recensione!

Rachele❤



venerdì 26 febbraio 2021

 Recensione: Carrie


Titolo: Carrie
Titolo originale: Carrie
Autore: Stephen King
Casa Editrice: Bompiani
Prima pubblicazione: febbraio 1977
Pagine: 224
Prezzo: ebook 6,99 €/cartaceo 12,35 €
Link d'acquisto: Clicca Qui
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐
Trama: Carrie è un'adolescente presa di mira dai compagni, ma ha un dono: può muovere gli oggetti con il potere della mente. Le porte si chiudono, le candele si spengono. Un potere che è anche una condanna. E quando, inaspettato, arriva un atto di gentilezza da una delle sue compagne di classe, un'occasione di normalità in una vita molto diversa da quella dei suoi coetanei, Carrie spera finalmente in un cambiamento. Ma ecco che il sogno si trasforma in un incubo, quello che sembrava un dono diventa un'arma di sangue e distruzione che nessuno potrà mai dimenticare.

Morton Cratzchbarken, in un intervento (per sua ammissione sensazionalistico) al Simposio Nazionale dei Fenomeni Psichici dell'anno scorso, ha detto che i due eventi più sbalorditivi del ventesimo secolo sono stati l'assassinio di Kennedy nel 1963 e la catastrofe di Chamberlain nel maggio del 1979.

Buon pomeriggio miei cari lettori e bentornati sul blog!

Dopo tempo, e molta perplessità, ho deciso di affrontare il mio più grande ostacolo da lettrice: quello di avvicinarmi ad uno degli autori più rinomati al mondo e maestro assoluto del genere horror, ovvero Stephen King.

E per approcciarmi ho deciso di leggere le sue opere in ordine cronologico; per questo motivo mi sono cimentata nella sua primissima pubblicazione, e anche la più breve, ovvero Carrie.
E la cosa più scioccante è che mi è piaciuta come lettura, l'ho veramente apprezzata, tanto da dargli quattro stelle.

A differenza di altri romanzi noti di King, questo non lo si può definire, a mio parere, un libro horror; lo definirei più un romanzo che si addentra nella vita di una cittadina, in particolar modo dei suoi aspetti negativi, trattando dei temi molto attuali ed estremamente forti, aggiungendovi un pizzico di paranormale e "terrore".

Dalle opere di King sono stati tratti numerosissimi film, e anche per Carrie non è stata fatta eccezione, quindi più o meno tutti, o per il libro o per i film, conosciamo la storia trattata al suo interno.

Si tratta infatti di una storia molto monotona, priva di colpi di scena, e priva anche della componente horror; è più la descrizione del fatto di cronaca nera (naturalmente inventato), riportato alla luce grazie a testimonianze, studi, rapporti della polizia, romanzi, del caso Carrie White.
E questo fatto di cronaca viene alternato alla storia vera e propria raccontata da un narratore esterno.

L'intera vicenda ruota attorno alla figura di Carrie White e della piccola comunità di Chamberlain, cittadina fittizia del Maine.
Carrie è una giovane ragazza derisa e bullizzata, fin da piccola, dai suoi compagni di classe, perché diversa da loro.
Orfana di padre e con seri problemi relazionali, come se non bastasse a casa è vittima delle numerose sevizie della madre, una fanatica religiosa, la quale vede in Carrie, fin dalla nascita, la presenza del demonio; portandola ad odiare la figlia e a cercare in tutti i modi di porre fine alla sua vita.
Vittima di scherzi di ogni genere da parte delle sue compagne capitanate da Christine Hargensen, lo stereotipo della ragazza carina, viziata e cattiva; Carrie si ritrova a vivere una vita fatta di violenza, derisione e indifferenza.

Ma la verità è che Carrie è davvero diversa da tutti quanti; fin dai tre anni, con l'episodio delle pietre, ha sviluppato dei poteri telecinetici (ereditati dalla nonna), emersi in modo prorompente con l'avvento delle sue prime mestruazioni.
Questi poteri, che la madre associa al demonio, provocano in Carrie una sorta di benessere, ma allo stesso tempo la rendono estremamente debole, a mano a mano che diventano sempre più forti e controllati.

In contrapposizione alla figura di Christine, troviamo quella di Sue Snell, la quale provando pena e sensi di colpa nei confronti di Carrie, decide di fare un gesto carino nei suo confronti chiedendo al fidanzato Tommy Ross, di portare la ragazza al ballo, e farla sentire uguale agli altri per una sera.
Dopo molta titubanza, Carrie, andando contro il volere della madre, accetta l'invito e si prepara a vivere una serata diversa al fianco del ragazzo più popolare della scuola.

Ma come si può immaginare, dietro ad una gesto tanto gentile, si nasconde lo scherzo più crudele architettato da Christine con l'aiuto di Billy Nolan, suo fidanzato, con lo scopo preciso di rovinare la serata alla povera Carrie, rendendola ridicola davanti a tutta la scuola.
Sarà questa crudeltà che porterà al crollo psichico di Carrie e all'inizio della tragedia che coinvolgerà l'intera cittadina, e che non potrà mai essere dimenticata.

Nel corso della lettura possiamo notare come il personaggio di Carrie, a causa delle sevizie della madre, del suo bigottismo religioso e delle angherie subite dai compagni, diventi sia vittima sia carnefice. Come in poco tempo da docile e innocua ragazza, diventi la personificazione del male...

In questo romanzo King tratta, in particolare, due temi molto forti e tutt'ora attuali: il bullismo nei confronti delle persone che vengono reputate diverse, e il fanatismo religioso che come in questo caso sfocia nella follia più totale. E questi due temi sono rappresentati della figure di Carrie e di sua madre Margaret, le quali sono caratterizzate molto bene da risultare inquietanti e catturare il lettore, suscitando in esso emozioni molto forti e contrastanti, come dolore per le sorti della giovane Carrie e l'odio più profondo per la madre e la sua mentalità chiusa e malata.

Devo essere sincera, è stato un ottimo approccio alla scrittura dell'autore...adesso non mi resta che continuare ad addentrarmi nel mondo del maestro del genere horror!

In conclusione, se come me volete avvicinarvi alla scrittura di King, vi consiglio di partire da questa lettura, non ne rimarrete delusi!

"Cos'è successo dopo?"
"Dopo? Be', dopo a Chamberlain è arrivato il Demonio."

Siamo arrivati alla fine...se non l'avete ancora fatto, leggete questo romanzo!

Vi aspetto alla prossima recensione!

Rachele👣






sabato 23 gennaio 2021

 Recensione: La bambina che amava troppo i fiammiferi


Titolo: La bambina che amava troppo i fiammiferi
Titolo originale: La petite fille qui aimait trop les allumettes
Autore: Gaétan Soucy
Casa Editrice: Marcos Y Marcos
Prima pubblicazione: febbraio 1998
Pagine: 189
Prezzo: //
Link d'acquisto: //
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
Trama: Escono per la prima volta nel mondo dopo la morte del padre tiranno che li teneva segregati in un castello.
Parlano una lingua fatta di brutalità e poesia purissima; custodiscono un segreto atroce.

Mio fratello e io abbiamo dovuto prendere l'universo in mano una mattina poco prima dell'alba perché papà era spirato all'improvviso.

Buongiorno miei cari lettori e bentornati sul blog!

Non c'era modo migliore d'iniziare il 2021 se non con la lettura di un libro unico nel suo genere, nella storia e nella scrittura; un cinque stelle meritato dall'inizio alla fine.
Il romanzo che ha inaugurato l'anno nuovo è stato La bambina che amava troppo i fiammiferi di Gaétan Soucy; una favola gotica con sfumature macabre ed estremamente crude, ma che mi ha affascinata fin dall'inizio per il titolo e la storia narrata al suo interno.

In un tempo non ben definito due ragazzi, vittime inconsapevoli dei soprusi del padre despota e violento, dopo la morte di quest'ultimo, trovato impiccato nella camera da letto, si ritrovano per la prima volta ad affrontare il mondo reale che li aspetta all'esterno del loro rudere solitario, che tra le sue mura cela un segreto atroce.

Cresciuti con un padre violento, il quale non faceva altro che bere, riempirli di botte e piangere in cantina; le loro uniche compagnie erano una piccola ranocchia (usata come giocattolo) e la grande biblioteca del castello, la quale conteneva le opere di Spinoza, Saint Simon e i romanzi cavallereschi.

Ed è con la morte del padre che parte la narrazione della storia, raccontata in prima persona dal fratello maggiore, il quale svolgendo il ruolo di segretario (o meglio segretariano come dice lui) mette per iscritto la storia della sua famiglia, tra passato e presente, portando così alla luce la vicenda di una famiglia logorata e marcia dall'interno.

Ed è proprio quando quest'ultimo si reca al villaggio per cercare una cassa da morto per potervi seppellire il padre, che le prime credenze si sgretolano sotto i nostri occhi...mostrandoci una realtà completamente diversa da quella che il narratore ci racconta.
Si tratta, infatti, di una realtà distorta e molto cruda agli occhi esterni.

Il bello di questo romanzo è il fatto che lo si legge convinti delle proprie idee per poi, pagina dopo pagina, vedersi sgretolare sotto gli occhi le certezze iniziali, dando vita ad una storia opposta a quella che si era pensata...una storia fatta di reclusione, privazioni, soprusi, colpe da espiare, verità celate e macabri segreti.

Oltre alla maestrale struttura e trama della vicenda, quello che rende unico il romanzo è lo stile scelto dall'autore.
Infatti ci troviamo davanti ad uno stile singolare (poco consono nei romanzi), il quale alterna un linguaggio sgangherato e scurrile, con un linguaggio aulico e poetico.

Questa scelta di stile non è presa a caso, anzi la fa propria del protagonista, il quale avendo imparato a leggere e scrivere sui volumi della biblioteca di famiglia, mostra di non avere una padronanza di linguaggio corretta, che al lettore risulta stonata.

Però è proprio questo il punto forte del romanzo: la presenza di un linguaggio stonante e "petroso" che ci fa addentrare nel pieno di una vicenda macabra e surreale dal finale ancora più agghiacciante.

E la cosa più strabiliante è che nel corso della lettura ci poniamo delle domande, alle quali non vogliamo altro che trovare risposta...

Cos'è il Giusto Castigo che si trova in cantina?

Chi è la bambina che amava troppo i fiammiferi?

Qual'è il gioco pericoloso che si è trasformato in tragedia?

Ma soprattutto...

Qual'è l'orrendo segreto che nasconde il rudere?

Queste domande troveranno una risposta solo nel corso della lettura di questa favola gotica, dai risvolti agghiaccianti e quasi al limite della decenza.

Si tratta di un romanzo intenso e difficile da dimenticare in tutta la sua totalità.
Ma allo stesso per la storia narrata al suo interno e per il linguaggio usato, non è una lettura da tutti; però la consiglio vivamente a chi non ha paura di affrontare uno stile ostico e una storia che farà accapponare la pelle, tenendovi incollati alle pagine fino alla fine.

In conclusione vorrei ringraziare la persona senza la quale non avrei mai letto e amato questo romanzo.
Si tratta di un regalo del tutto inaspettato, con tanto di dedica, fattomi da una persona che poco a poco è riuscita a scalfire il mio cuore e ad occuparne un posto sempre maggiore; il quale sin da subito ha capito che per stupirmi e rendermi felice non serve qualcosa di ostentato, ma semplicemente un piccolo gesto fatto per farmi sorridere e sentire amata, come in questo caso...un libro che desideravo, con all'interno una frase di un autore che adoro.

Eppure era un detto di mio padre che i piccoli san tommaso finiscono col dar fuoco ai vestiti di qualcuno a forza di non credere che giocare con i fiammiferi è pericoloso.

Siamo arrivati alla fine...se volete approcciarvi ad una lettura diversa dal solito, questo romanzo fa al caso vostro...

Vi aspetto alla prossima recensione!

Rachele🔥